Museo Civico Archeologico - Via dell'Archiginnasio, 2 -
Bologna
(Foto: Rilievo di Horemheb con cavaliere. XVIII dinastia. Regno di Tutankhamon 1332-1323 a.C.
Saqqara, tomba di Horemheb, Collezione Palagi)
Il Museo Civico Archeologico si trova a pochi passi da Piazza Maggiore all'interno
del quattrocentesco Palazzo Galvani. L'entrata è sotto il portico
che fiancheggia l'asse longitudinale della Basilica di San Petronio.
Il Museo Civico Archeologico
A partire dalle collezioni dell'Università e con lo sviluppo dell'archeologia
urbana nell'Ottocento si è formato questo nucleo di 200 mila opere.
Sono notevoli i reperti provenienti dalle tombe etrusche della Certosa.
Il Museo si divide in collezioni di arte egiziana, etrusca, greca, romana e una dedicata alla numismatica antica. Inoltre anche una sezione dedicata a Bologna e il suo territorio dal Paleolitico al Neolitico.
Il Museo Archeologico di Bologna porta in esposizione per il pubblico una
delle più importanti raccolte di reperti archeologici italiani. Cruciale
il suo ruolo specifico per la comprensione dell'evoluzione storica della
città dalla preistoria all'età romana.
Sezioni
del Museo Civico Archeologico
- Bologna nella preistoria
- La Collezione Egiziana
- Bologna Etrusca
- Bologna Gallica
- La Collezione Greca
- La Collezione Etrusco-Italica
- La Collezione Romana
- La Collezione numismatica
La Collezione Egizia

(Foto: Divinità egizie. A sinistra Isis, XXII-XXVI dinastia. 944-525 a.C. Collezione Palagi)
La sezione egizia risulta essere una delle più importanti sul territorio
europeo contando circa 3500 reperti esposti in tre sottosezioni: la prima
offre un profilo della necropoli di Saqqàra, la seconda espone gli
oggetti in ordine cronologico dalle prime dinastie fino all’epoca
romana, la terza spiega alcuni aspetti cruciali della società egizia dei faraoni quali la scrittura, il culto funerario e la magia.
La Collezione Greca

La sezione greca si compone di reperti vaseari databili al periodo classico (V sec. a.C.) con le tipiche scene mitologiche raffigurate con le differenti
tecniche (a figure nere o rosse).
Svetta nella sala della collezione greca
un reperto non greco, ma copia romana fedele dell'Atena bronzea di Fidia
(451-448 a.C.) che si trovava sull'acropoli di Atene. Si tratta della Testa
Palagi, appartenente a una riproduzione d'epoca imperiale dell'Atena Lemnia,
capolavoro dell'autore dei fregi del Partenone e del Giove crisoelefantino
di Olimpia, eseguita dal grande Fidia su commissione dei coloni che a Lemno
erano andati a fondare una colonia.
La Collezione Etrusca

(Foto: Sepolcreto Arnoaldi. Tomba 110 delle Anfore Panatenaiche. Vaso a figure nere del pittore Achille con atleti della Feste Panatenaiche in un verso e la dea Athena nell'altro. 450-420 a.C.)
La sezione etrusca invece bene s'intreccia con la storia del territorio
bolognese e della città di Bologna, fondata dagli etruschi con il
nome di Felsina o Velzna e poi ribattezzata Bononia dai Romani
nel 189 a.C. In mostra vi sono vari corredi funerari di notevole valore
artistico e documentale.
Le sale che raccolgono il materiale etrusco dal Villanoviano (X sec. a.C.)
fino alla dominazione romana (III sec. a.C.) si ricollegano cronologicamente
con le precedenti che espongono la storia del territorio bolognese in epoca
preistorica a partire dall'Età del Bronzo.
La Collezione Gallica

(Foto: Necropoli Benacci. Tomba 953. III sec. a.C.)
Interessante certamente anche la sezione dedicata alla presenza dei Galli sul territorio della Bologna etrusca; a partire dal V sec. a.C. l'area di
Felsina fu interessata infatti da migrazioni di tribù provenienti
da Oltralpe di Galli Boi i quali lasciarono testimonianza della loro cultura
materiale soprattutto nei corredi funerari dei loro guerrieri. Si nota in essi l'analogia con il corredo di tombe presenti sul territorio celtico, sintomo di un forte collegamento culturale attraverso contatti continui.
In questa sala è esposto un corredo unico della Tomba 953 dove è stata rnivenuta una corona d’oro sul capo del defunto di forma rettangolare formata da numerose lamine d’oro a forma di foglie di ulivo e alloro. Inoltre l'holmos, recipiente per il vino, i kyathoi per attingere il liquido e l'oinochoe usato per versarlo nel bicchiere. Infine anche uno strigile che richiama ideali atletici e testimonia una quotidiana cura del corpo.

La Collezione Romana

(Foto: Sala della Collezione Romana)
Nel 187 a.C. la regione di Bologna fu conquistata dai Romani i quali
precedentemente la includevano nella Gallia Cisalpina; da questo momento
la storia di Bologna seguì quella di Roma fino alla sua caduta avvenuta
nel V secolo dell'era cristiana. Vari reperti testimoniano la vita quotidiana
di età imperiale; sono esposti mosaici un tempo nelle ville di campagna nel territorio bolognese, strumenti per la cura del corpo e servizi per la tavola. Infine c'è anche una sezione interamente
dedicata alle monete tra cui spicca una serie di monete d'oro degli imperatori romani.

Storia del Museo Civico Archeologico
La nascita dell'interesse per la civiltà egiziana si tradusse nella raccolta di un centinaio di reperti delle Collezioni dell'Università
di Bologna (che raccoglievano le collezioni Aldrovandi, Cospi, Marsili, Lambertini); tuttavia di questi reperti non è oggi più nota la provenienza e nemmeno l'origine sul territorio egiziano. Tra questi reperti ci sono la statua del faraone Neferhotep I, il rilievo di Nectanebo I, la statua dello scriba Ahmosi.
In seguito a partire dalla spedizione napoleonica in Egitto (2 luglio 1798 - 2 settembre 1801) e soprattutto dalla seguente pubbicazione della monumentale Description de l’Égypte, ou recueil des observations et recherches qui ont été faites en Égypte pendant l’expédition de l’Armée Française da parte degli scienziati che s'unirono alla campagna napoleonica, l'interesse per la storia egizia divenne dominante in Europa. Dopo secoli in cui molte menti illustri cercarono inutilmente di decifrare i geroglifici - il cui significato era dimenticato dal almeno 1500 anni - il ritrovamento della Stele di Rosetta e la grande capacità di comprensione dei linguaggi antichi del francese J. F. Champollion portarono al risultato inaspettato di comprendere ogni iscrizione antica.
A quel punto ogni Stato europeo cercò attraverso i loro consoli in Egitto a recuperare un massimo numero di reperti - spesso anche con pratiche poco ortodosse - da collezionare in patria. Molti di questi reperti finirono poi in collezioni private che diedero origine alle collezioni pubbliche che si tradussero poi nellapertura dei primi Musei Egizi fuori dall'Egitto.
A Bologna il processo ruotò attorno ail pittore bolognese Palagio
Pelagi (1775-1860) che collezionò circa 3500 oggetti e fu acquisita dopo la sua morte dalla città di Bologna nel 1861. A questa collezione s'aggiunse la Collezione Universitaria precedente e pochi reperti di altre collezioni minori (Ferlini, Amici) fino all'ultima donazione privata di 85 reperti avvenuta nel 1987.
In seguito iniziarono scavi urbani che portarono alla scoperta delle tombe
etrusche presso la Certosa e alla scoperta di interi giacimenti archeologici
fino a quel tempo sconosciuti. Ricostruita così la paleografia archeologica
di Bologna i reperti poterono liberamente confluire verso il Museo Civico
Archeologico il quale un punto di riferimento in ambito culturale e storico
per la città stessa.
Nel 1881 il Museo venne spostato nella sede di Palazzo Galvani, ampliato
nelle sue collezioni attraverso il materiale rinvenuto negli scavi nel frattempo.
Come raggiungere il Museo Civico Archeologico di Bologna
- in auto: uscita Bologna 7, direzione centro storico Stazione Centrale
percorrendo via Stalingrado fino a Porta Macarella; svoltare a sinistra
in via Carlo Berti Picat passando Porta San Donato e proseguendo in viale
Quirico Filopanti fino a Piazza Porta San Vitale dove si svolta a destra
in via San Vitale e si prosegue fino alle due torri Garisenda e Asinelli.
Qui proseguire per Piazza della Mercania e via Castiglione per 200 metri
e girare a destra in Piazza del Francia, dritto per 100 metri e svolta a
destra in via dei Toschi e subito a sinistra in via Dè Foscherari.
Alla fine svoltare a sinistra in Via dell'Archiginnasio; al civico 2 si
trova il Museo Archeologico.
- in bus: dalla Stazione prendere il bus 11 (ogni 10') fino alla fermata
Farini. Qui proseguire a piedi per 150 metri in via dell'Archiginnasio fino
al civico 2 dove si trova il Museo Archeologico.
- a piedi: dalla Stazione (1.7 Km) percorrere a sinistra 100 metri e girare
a destra in via dell'Indipendenza fino a Piazza del Nettuno; attraversare
Piazza Maggiore in diagonale per entrare in via dell'Archiginnasio dove
si trova il Museo Archeologico.
Informazioni utili per la visita
Orari: dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 15.00. Le
sezioni preistorica, etrusca, gallica e le collezioni greca, romana ed etrusco-italica
chiudono alle 14.30. Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 18.30.
Chiuso il lunedi' (non festivo), Capodanno, 1° Maggio, Natale.
Telefono: +39.051.2757211, fax +39.051.266516
E-mail: [email protected]
Sito web: Museo
Civico Archeologico |