
Ebrei in camicia rossa. Mondo ebraico e tradizione garibaldina fra Risorgimento e Resistenza - Museo Civico del Risorgimento, Piazza Carducci, 5 - Bologna
Mostra in corso dal 7 febbraio al 29 marzo 2020
Al Museo del Risorgimento una mostra incentrata sul rapporto tra mondo ebraico italiano e tradizione garibaldina.
Comunicato stampa della Mostra Bologna da quel momento fu libera
La storia del Risorgimento italiano è anche la vicenda di
una comunità è quella ebraica è che, attraverso la partecipazione col pensiero e l'azione di molti dei suoi rappresentanti, scelse di essere attiva protagonista nel processo di
costruzione e di consolidamento dello Stato unitario. Un
protagonismo che, molto spesso, volle dire indossare la
camicia rossa dei volontari di Giuseppe Garibaldi.
Moltissimi furono infatti i volontari di origine ebraica che
combatterono in difesa della Repubblica Romana nel
1849, si arruolarono nei Cacciatori delle Alpi dieci anni
dopo, seguirono l'eroe dei Due Mondi nella spedizione
dei Mille, al Volturno, e quindi in Aspromonte, a Bezzecca, a Mentana, a Digione.
Attraverso la partecipazione alle lotte per L'indipendenza
e l'unità della Penisola, si evidenziava la piena aderenza agli ideali patriottici e nazionali da parte di una comunità che aspirava a dirsi italiana a pieno titolo, dopo
l��emancipazione� introdotta dallo Statuto Albertino nel
1848, con la quale gli ebrei, dapprima nello stato sardo e
poi in quello italiano, poterono godere appieno di tutti i
diritti civili e politici.
Medici, avvocati, ufficiali dell'esercito, professori universitari, e poi deputati, senatori, ministri e infine Presidenti del Consiglio: nel primo quarantennio dell'italia unita,
personaggi del calibro di Cesare Parenzo, Eugenio Rav�,
Alessandro Fortis e Riccardo Luzzatto diedero il loro contributo allo sviluppo sociale e politico del Paese.
Quando poi la tradizione garibaldina venne ripresa dal figlio di Garibaldi, Ricciotti, in occasione delle rivolte cretesi del 1897, nuovamente la comunità ebraica rispose,
accorrendo ad Atene, e poi in Francia nel 1914, e l'anno
successivo nelle trincee della Prima guerra mondiale, indossando sempre la camicia rossa.
Nel primo dopoguerra i veterani delle patrie battaglie e i
reduci della Brigata Alpi si ritrovarono uniti sotto la bandiera dell'associazionismo garibaldino, ma ben presto
anche questo mondo dovette fare i conti con la nascita
del regime mussoliniano. La stessa famiglia Garibaldi
vide suoi esponenti compiere scelte diametralmente opposte: Ezio Garibaldi spos� convintamente la causa fascista, mentre suo fratello Sante scelse la strada dell'esilio e della militanza antifascista.
Se la guerra d�Etiopia vide un garibaldinismo in camicia
nera richiamarsi al consueto pantheon risorgimentale,
fu solamente con i volontari nella Guerra civile spagnola
e poi nella Resistenza che si �restitu� Garibaldi all'italia�:
anche in queste occasioni, infatti, furono tanti i garibaldini
di origine israelita che combatterono nel nome di quella
tradizione e di quelle idealità, contribuendo alla rinascita
democratica dello Stato italiano e dell'associazionismo
garibaldino su basi antifasciste e antirazziste.
Il percorso espositivo si articola in 17 pannelli di carattere
generale e 9 biografici, al fine di fornire un quadro chiaro del contesto storico-sociale nel quale si mossero i rappresentanti della comunità ebraica dal Risorgimento all'età liberale, dalla ripresa della tradizione garibaldina alla
Grande Guerra, dal fascismo alla Guerra civile spagnola,
dalla Resistenza alla rinascita democratica del Paese.
La mostra, a cura di Eva Cecchinato, Federico Goddi,
Andrea Spicciarelli e Matteo Stefanori, è stata realizzata dall'associazione Nazionale Veterani e Reduci
Garibaldini �Giuseppe Garibaldi� (ANVRG) grazie al
contributo annuale del Ministero della Difesa, con il
patrocinio del Museo civico del Risorgimento di Bologna e del Museo Ebraico di Bologna.
Realizzata su pannelli, nella sua tappa bolognese la
mostra è corredata di cimeli e documenti originali conservati nel museo e normalmente non visibili al pubblico o provenienti da collezioni private.
Orari: da martedì a venerdì dalle 9 alle 13; sabato e domenica dalle 10 alle 14; lunedì chiuso. Chiuso lunedì, Capodanno, Primo Maggio, Natale.
Biglietti: intero € 5, ridotto € 3.
Telefono:
+39.051.225583
Sito web: Museo Civico del Risorgimento |