
Artisti bolognesi del Presepe contemporaneo - Museo Davia Bargellini, Strada Maggiore, 44 - Bologna
Mostra in corso dal 11 dicembre 2021 al 16 gennaio 2022
Ritorna come ogni anno nel periodo di Natale, la mostra dedicata all’arte presepiale tradizionale.
Come avviene da oramai quindici anni in occasione delle festività natalizie, i Musei Civici d'Arte Antica | Istituzione Bologna Musei, in collaborazione con il Centro
Studi per la Cultura Popolare, associazione culturale di studio e ricerca sulle espressioni del sacro
con sede a Bologna, promuovono presso il Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
un evento espositivo dedicato all'arte presepiale tradizionale, come momento di avvicinamento e
celebrazione collettiva della raffigurazione della Natività nella notte di Betlemme.
Nel contesto di questo atteso appuntamento, venerdì 10 dicembre 2021 alle h 18.00 - alla presenza di
Sua Eccellenza Rev.ma Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, e del direttore
Istituzione Bologna Musei Maurizio Ferretti - inaugura la mostra collettiva Artisti bolognesi del
Presepe contemporaneo. Un omaggio a Francamaria Fiorini, a cura di Fernando e Gioia Lanzi.
Per partecipare all'inaugurazione la prenotazione è obbligatoria: tel. 051 236708.
Inserita nel ciclo di mostre che nel corso degli anni ha posto a confronto scuole presepiali di aree
regionali diverse, l'iniziativa di quest'anno, visitabile dall'11 dicembre 2021 al 16 gennaio 2022 con
ingresso gratuito, si propone di documentare la ricchissima e secolare tradizione artistica ed
iconografica bolognese, rivisitandone e attualizzandone l'interpretazione ricca di simbolismi
attraverso la sensibilità di alcuni maestri e artisti contemporanei: Elisabetta Bertozzi, Leonardo
Bozzetti, Giovanni Buonfiglioli, Mirta Carroli, Marco Dugo, Paolo Gualandi e Luigi Enzo Mattei.
La rassegna intende inoltre rendere un commosso omaggio alla scultrice Francamaria Fiorini
improvvisamente scomparsa nel 2020, una delle più sensibili artiste nel ravvivo di temi e figure degli
antichi presepi bolognesi foggiati in terracotta, rappresentati in mostra da due scarabattoli e da una
Natività. Alla presepista di scuola felsinea si deve la realizzazione del primo e unico �presepe
ortodosso� mai realizzato, che nel 2019 è stato presentato e donato al patriarca di Mosca Cirillo I.
Nella creazione, di cui in questa occasione viene esposto un bozzetto preparatorio, la forma
tridimensionale della devozione popolare di Occidente incontra le regole canoniche ortodosse nella
rappresentazione della Natività in un'unica autentica celebrazione e nel rispetto dei valori e delle differenze.
Le piccole statue esposte sono versioni attualizzate delle figure del presepio, calate nella realtà petroniana delle botteghe artigiane da cui, tra il XVIII e il XIX secolo, uscirono figure di pastori e di
adoranti mai viste prima e ambientazioni che ebbero poi amplissima diffusione. Magi e pastori
portano nella scena presepiale situazioni umane dettate dall'odierna sensibilità, siano esse di
accoglienza del �Bambinello� o di rifiuto: in un caso, come nell'altro, tali diversi o addirittura
opposti modi di sentire �ci sono�, e si pu� conseguentemente dire, che tutto il mondo è nel presepio.
In effetti, le figure in mostra riprendono, rinnovandole, iconografie storiche tradizionali, come la
Meraviglia, l'adorazione, il Dormiglione e la Tradizione. Ne sono testimoni gli illustri modelli di
mano di grandi plasticatori bolognesi ed emiliani dei secoli passati, che si conservano proprio nella
collezione del Museo Davia Bargellini, frutto dell'intelligente impegno del suo fondatore Francesco
Malaguzzi Valeri, volto alla valorizzazione e alla conservazione di un patrimonio a rischio di
scomparsa.
I confronti istituibili grazie a questa mostra rendono immediata la possibilità di cogliere quanto la
creatività degli artisti di oggi sia in linea con l'arte dei loro predecessori, anche sotto il profilo delle
intenzioni, ad esempio nella rappresentazione di personaggi tratti dalla vita quotidiana, che nelle
antiche terrecotte mirava ad attualizzare il racconto evangelico per il pubblico dei fedeli, abbigliati
come i protagonisti delle statuette, sia che indossassero stracci, o abiti di stoffe preziose. Nel
presepio entra, per opera degli artisti, il mondo contemporaneo: ed entra in molti modi.
Con Leonardo Bozzetti e i suoi due offerenti è un pifferaio e una giovanetta che offre una mela è troviamo documentata e ancora viva la prassi artigianale del �figurinaio� storico ed esemplare di
Bologna, nipote e figlio di un figurinaio, e padre di una figurinaia, vero ponte tra i tempi di Arte Gaia
e il tempo presente. Dopo il suo esempio, di tramando artistico familiare, di generazione in
generazione, altri artisti hanno preso ad attualizzare e interpretare i personaggi del presepio.
Francamaria Fiorini aveva un modo tutto suo di far entrare nella scena presepiale il mondo
contemporaneo, e la visione che lei stessa ne aveva: i suoi Ges� Bambino è e con Lui, la maggior
parte dei personaggi è sono infatti tutti sorridenti, non per un ottimismo inguaribile, ma per una fede
solida. E poi, per dire che Bologna è di Ges� Bambino (per parafrasare il cardinale e arcivescovo
Giovanni Battista Nasalli Rocca, che disse: �Bologna è città di Maria�), ecco che nella lettura della
Fiorini la Vergine del presepio assume le fattezze della Madonna di San Luca, quasi a voler indicare
che tutti i bolognesi possano sentirsi rappresentati da Lei. E, dando corpo a un'idea all'avanguardia,
il Bambino non è più accudito solo dalla Madre, ma pu� essere messo nelle braccia di Giuseppe: un
dettaglio semplice, ma significativo.
Nel solco della consuetudine, invece, rientra un altro motivo iconografico illustrato dalla Fiorini:
l'angelo infatti offre al Bambino una vestina, che è rossa e richiama la veste inconsutile con la quale
Ges� and� incontro alla morte, e che i soldati si giocarono a dadi sotto la croce; è rossa dunque come
il sangue dei sacrifici, tessuta da Maria in un sol pezzo, simbolo dell'unità e indivisibilità della Chiesa.
Ed ancora, nella rielaborazione della plasticatrice, torna l'uso della scarabattola, in cui si raccolgono
alcuni dei protagonisti essenziali del presepe; un uso che costituisce una ripresa di un'antica e
consolidata modalità di messa in scena, ripensata dalla Fiorini nel piccolo gruppo in mostra nel quale
in una riedizione sintetica di un presepio delle origini, appare il solo Ges� Bambino con la coppia
asino/bue, simbolo di tutte le genti ebraiche e non ebraiche di ogni tempo.
Con il Brentadore di Luigi Enzo Mattei entra nel presepio l'esponente dell'antica Compagnia
bolognese dei Brentadori, trasportatori del vino con la �brenta� è un bigoncio ligneo per il trasporto
di liquidi, in particolare del vino, della capacità di 75 litri, che si portava a spalla è che dal 1250 è presente in Bologna. I brentadori erano gli unici autorizzati al trasporto del vino, l'assaggiavano e ne
fissavano il prezzo, e all'occasione portavano anche acqua per spegnere gli incendi.
Il Magio di Mirta Carroli è figura sapienziale, e la perla che reca in omaggio riecheggia quella �di
grande valore� trovata dal mercante, che per acquistarla �vende tutti i suoi averi�, come si legge
nella celebre parabola sul �regno dei cieli� del Vangelo di Matteo (13, 45-46): per essa dunque vale la
pena vendere tutto, e offrendola a Ges� si riconosce che è da Lui che viene il bene più prezioso. Di
Mirta Carroli è anche il poeticissimo Risveglio.
Con Marco Dugo entra nel presepio bolognese Padre Olinto Marella, il prete mendicante morto nel
1969 e proclamato Beato nel 2020. Raffigurato nella posa del questuante che chiede l'elemosina con
il suo celebre cappello sulle ginocchia, Don Marella viene presentato con umiltà e riempito di amore,
simbolo di carità e �coscienza� della comunità cittadina quale ancora oggi è vividamente percepito.
Le figure tradizionali sono sempre presenti: la Meraviglia di Paolo Gualandi si inginocchia e apre le
braccia stupita e adorante; il Dormiglione è interpretato invece da Elisabetta Bertozzi e da Marco
Dugo: entrambi vedono in questa figura un uomo del margine che dorme in compagnia dei suoi cani.
così rappresentato, il Dormiglione, più che rifiutare Ges� Bambino, si allontana da una società in cui
non si riconosce e da cui è rifiutato. Perà ha un suo spazio nel presepio, che lo accoglie e in cui,
forse, si sveglierà.
Giovanni Buonfiglioli ci mostra una figura sempre presente, la Tradizione: l'adulto che accompagna i
bambini a vedere il presepio, perché imparino la sapienza umana e divina. Il Burattinaio di Marco
Dugo offre a Ges� Bambino un lavoro di teatro e rappresentazione, che d� letizia e fa divertire, e
mette in scena e trasfigura la vita quotidiana, mostrando esemplarmente ancora una volta come,
parafrasando il cardinale Giacomo Biffi, �siamo tutti nel presepio�, con il nostro volto e la nostra
vocazione.
Orari: dal martedì al giovedì dalle
10 alle 15; venerdì dalle 14.00 alle 18.00; sabato e domenica e festivi dalle 10.00 alle 1830. Chiuso
i lunedì non festivi, Capodanno, il 1° maggio e Natale.
Biglietti:
ingresso gratuito.
Telefono: +39.051.236708
Sito web: Museo
Davia Bargellini |